Statuina al sito archeologico di Bruncu Suergiu

Il sito archeologico di Bruncu Suergiu, dal villaggio nuragico ai tempi Romani sino all’alto Medioevo
Il sito archeologico di Bruncu Suergiu si trova nel Parco della Giara, all’interno dell’area dell’Agris nel territorio comunale di Genoni.
Il sito archeologico è nascosto dalla vegetazione e difficile da raggiungere. Tracce di viabilità antica, un ampio insediamento con impianti produttivi, strutture di fortificazione caratterizza il sito. Oltre all’enorme quantità di materiale, un ampia terrazza, in parte naturale e in parte costruita dall’uomo in tempi antichi, si affaccia sul Campidano offrendo una vista mozzafiato. Solo il panorama ripaga la lunga e difficoltosa camminata. L’area archeologica, posta sotto tutela dal Ministero dei Beni Culturali è di circa 11 ettari.
L’area archeologica di Bruncu Suergiu è citata dal Taramelli in uno studio della Giara archeologica del 1907. Il Taramelli mette in risalto l’enorme quantità ceramica sia romana che di età preistorica. Cita, inoltre, la presenza imponente di ossidiana.
Come descritto nella “Relazione sulle ragioni che impongono la tutela diretta complesso archeologico di Bruncu Suergiu in comune di Genoni” della Dott.ssa Nadia Canu della Soprintendenza Archeologica della Sardegna.
I primi scavi archeologici a cura della Soprintendenza
Gli scavi del 1997-1998 hanno accertato la presenza del vasto agglomerato e tracce di fortificazione, tali informazioni rendono il sito di Bruncu Suergiu un’emergenza archeologica unica sulla Giara. Gli scavi, in due ambienti a pianta quadrangolare, hanno portato in luce reperti archeologici databili a partire dall’età nuragica fino all’età tardo-antica. Tra i reperti di epoca nuragica è stata trovata una protome taurina di bronzo, pertinente ad una navicella nuragica, numerosi resti ceramici di età nuragica, ceramica comune, anfore e sigillata africana per la fase di frequentazione di età romana e tardo antica.
I risultati degli scavi archeologici successivi
Gli scavi archeologici effettuati tra il 2012 e il 2015 hanno riguardato la perimetrazione del complesso e l’individuazione della viabilità d’accesso.
La strada principale, di cui si riconoscono a tratti porzioni di basolato o di margines, è individuabile a partire da una distanza di circa 200 m dall’abitato e corrisponde in gran parte all’attuale sentiero d’accesso al sito; altre tracce di viabilità si riconoscono lungo il margine dell’altopiano, in collegamento con il Nuraghe Nieddu, posto a circa 700 m in direzione nord-ovest dall’abitato, e con l’area sacra di Corona Arrubia, posta sulla stessa direttrice a circa 2 km di distanza.
Quali sono le dimensioni del sito archeologico di Bruncu Suergiu?
Il sito si estende per circa 400 m lungo il ciglio dell’altopiano: il nucleo abitativo principale si trova in corrispondenza di un fitto bosco di lecci e occupa un’area di oltre tre ettari. È caratterizzato da uno stato di crollo diffuso, che rende problematica l’individuazione delle planimetrie, salvo gli ambienti oggetto di scavo alla fine degli anni ‘90, ben individuabili, e ad alcune strutture ad andamento curvilineo, attribuibili alle prime fasi dell’insediamento e relative al periodo nuragico. Per alcune unità abitative ad andamento rettilineo si riconoscono gli accessi principali, caratterizzati da soglia e piedritti e le murature realizzate con paramenti di blocchi basaltici. Sono sporadicamente presenti, su alcuni conci in giacitura secondaria, elementi decorativi, due dei quali rappresentanti figure umane, una femminile e una maschile, di probabile pertinenza cronologica all’alto medioevo. Nel settore sud-orientale dell’abitato sembra riconoscibile un’area di concentrazione degli impianti produttivi, deputati alla lavorazione di olio e vino e alla produzione ceramica.
In un’area periferica rispetto all’abitato, in prossimità delle strutture dell’acquedotto realizzato negli anni ‘50, è stata individuata una struttura a pianta quadrangolare realizzata con blocchi lavorati di dimensioni maggiori rispetto a quelli che si riscontrano nell’abitato e messi in opera con maggiore perizia. Tali resti sono forse pertinenti ad un edificio pubblico di epoca tardo-antica, come sembrano indicare i materiali ceramici visibili in abbondanza in superficie.
In corrispondenza del ciglio dell’altopiano sono osservabili una serie di opere murarie con probabile funzione di fortificazione e recinzione.
Tra i materiali osservati nell’insediamento sono stati riconosciuti frammenti di ossidiana, ceramica nuragica, numerosi frammenti di anfore e laterizi, sigillata africana.
Il contesto abitativo del sito archeologico di Bruncu Suergiu
Il contesto abitativo doveva essere strettamente relazionato con gli altri siti archeologici della Giara, in particolare con i nuraghi più prossimi, verso est Nuraghe Buccascala, verso ovest Nuraghe Nieddu e l’area sacra di Corona Arrubia, dove è stata individuata una rotonda di età nuragica, presso la quale il culto è proseguito anche in età storica con attestazioni monetali di età romana, repubblicana e imperiale, e vandalica avanzata.
Bruncu Suergiu roccaforte dei vandali in Sardegna
È pertanto possibile che il sito di Bruncu Suergiu, utilizzato dall’età nuragica ma sviluppatosi principalmente nel periodo tardo antico, possa aver costituito una roccaforte dei vandali in Sardegna, vista la loro presenza attestata sulla Giara fino al terzo decennio del VI secolo d.C.
Per questi motivi, poiché rappresenta la principale attestazione di un’area abitativa sull’altopiano della Giara, frequentata dal periodo nuragico fino al periodo tardo antico e alto medievale, dalla quale emergono, nonostante i crolli e gli sconvolgimenti, una serie di elementi di carattere architettonico e socio-economico utili per la ricostruzione e la comprensione del contesto abitativo.
La dichiarazione di interesse culturale del sito archeologico
Il complesso archeologico di Bruncu Suergiu è stato definito dal Ministero dei Beni Culturali un bene culturale di interesse particolarmente importante per il quale è necessario procedere alla dichiarazione di interesse culturale in base alle disposizioni previste dagli artt. 10, 12, 13, 14 e 15 del D. Lgs. 42/2004 e ss. mm. e ii..
BIBLIOGRAFIA
A. Taramelli, L ‘Altopiano della Giara di Gesturi in Sardegna e i suoi monumenti preistorici, in M.A.L. XVIII 1907, c.41
F. Campus, F. Guido, V. Leonelli, F, Lo Schiavo, M.G. Puddu, La rotonda di Corona Arrubia (Genoni, Nuoro). Un nuovo tipo di tempio nuragico, in Bollettino di Archeologia 43- 45 1997, pp. 34-34
F. Guido, Il territorio di Genoni in età romana, in L’Eredità del Sarcidano e della Barbagia di Seulo, 2001, pp.80-82
M.G. Puddu, Za Giara, in L’Eredità del Sarcidano e della Barbagia di Seulo, 2001, pp.75-77
Il testo di questa pagina si basa sulla pubblicazione della Funzionaria Archeologa Dott.ssa Nadia Canu, allegata alla pagina.
Alla Funzionaria Archeologa Dott.ssa Nadia Canu i più sinceri ringraziamenti per l’impegno, il lavoro svolto per la dichiarazione di interesse culturale del sito di Bruncu Suergiu e per la pubblicazione del materiale scientifico in allegato.