La sezione etnografica del Museo del Cavallino della Giara si sviluppa nelle diverse sale della casa Serra, restaurata e musealizzata. Gli strumenti dei lavori dei campi, del falegname, del pastore, ma anche gli oggetti della cucina e delle camere da letto dei primi del novecento creano un percorso museale piacevole e istruttivo. La presenza degli oggetti e il loro significato vengono completati dalle video interviste agli anziani locali che raccontano gli strumenti e la storia del paese. La sezione etnografica del museo è documentata dal Prof. Giulio Angioni dando una visione più ampia sulla demoetnoantropologia sarda e generando un rapporto dialettico tra locale e regionale.
Il museo conta circa 400 pezzi, restaurati, catalogati e schedati seguendo gli standard catalografici ICCD
I pezzi esposti sono donazioni della popolazione locale, che ha preferito conservare la propria memoria storica all’interno del Museo. Ogni oggetto che viene accolto nel museo segue un lungo percorso di preparazione all’esposizione. Pulizia e disinfestazione scandiscono i primi momenti, il secondo passo è l’inserimento nell’inventario per poi essere catalogato.
Un passaggio fondamentale per l’esposizione è la ricostruzione storica dell’oggetto. Non tutti gli strumenti offrono nell’immediato, con chiarezza, per quale scopo e uso sono stati creati. Soprattutto, non sempre, il donatore ne è a conoscenza. A questo punto inizia il processo di studio, si cerca nei cataloghi dei beni culturali gli oggetti simili. Si approfondiscono gli usi nelle altre regioni. Vengono intervistate le persone della comunità che possono, per affinità, conoscere lo strumento. A conclusione, di questo lungo processo, solitamente si riesce a scoprire il fine e uso dell’oggetto misterioso. Ispirati da questo processo abbiamo impostato le visite guidate passando per gli “indovina che cos’è?”. Un gioco che coinvolge i più piccoli ma anche gli adulti che riscoprono nel momento ludico il piacere della scoperta.
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