Il parco della Giara, Giara di Gesturi o Sa Jara Manna, (500–600 m s.l.m.), ricade su 4 Comuni: Genoni, Gesturi, Setzu e Tuili. Si sviluppa su 44 kmq, circa 15 dei quali sono appartenenti al Comune di Genoni. Il nome Giara (Sa Jara, Pranu ‘e Jara) sembra derivare dal latino glarea (ghiaia), con riferimento alla diffusa pietrosità che caratterizza la sua superficie.
La Giara è un altopiano basaltico dai lineamenti caratteristici, un’enorme fortezza naturale nel centro della Sardegna che custodisce una flora ricca di endemismi e un ambiente fiabesco. È nota soprattutto per la presenza dei cavallini della Giara, per le fioriture primaverili e per i laghetti conosciuti come Paulis.
Ripide falesie di scura roccia lavica, da cui talora precipitano scroscianti cascatelle, contornano questo vasto altopiano, la cui sommità sorprendentemente pianeggiante è impreziosita dai suggestivi ristagni d’acqua dei paulis (Pauli Tramatzu, Pauli Maiori, ecc.), con le loro splendide, biancheggianti fioriture primaverili dei ranuncoli d’acqua. Gli acclivi pendii della Giara, rigogliosi di verdeggianti boschi e macchia mediterranea, sono modellati nei teneri sedimenti marnosi marini del Miocene, a tratti incisi da ripidi canali d’acqua stagionali. In questi versanti, frequenti sorgenti (funtanas o mitzas) traggono spesso origine dalle infiltrazioni delle acque piovane lungo il reticolato di diaclasi che attraversa la roccia basaltica sommitale.
Tra le specificità del parco della Giara possiamo elencare i tanti endemismi, piante e fiori rari tipici di questo ambiente unico. Una su tutte la Morisia Monanthos, nota “erba de oro”, oppure le oltre 25 orchidee selvatiche che sbocciano sulla grande Giara.
Grazie alle sue notevoli valenze paesaggistico-naturalistiche, l’altopiano della Giara è stato inserito fra i nove parchi naturali previsti dalla Legge Regionale n° 31 del 1989.
Fossili viventi del Parco della Giara
Il Lepidurus apus lubbocki Brauer e il Triops cancriformis Schaff sono due piccoli crostracei del”ordine Notostraca che, immutati per oltre 200 milioni di anni, vivono nei Paulis del Parco Giara.
I Lepidurus è un piccolo crostaceo della lunghezza massima di circa un centimetro, dotato di un verde carapace si muove rapido nell’acqua. Tra le particolarità di questo fossile vivente una è sicuramente il terzo occhio, detto naupliare. Il Lepidurus si differenzia dal Triops cancriformis Schaff per una sorta di terza, una placca sopra anale, assente nel genere Triops.
Le resistentissime uova, vengono deposte, dalla femmina nel fango delle pozze d’acqua, tipiche dell’altopiano della Giara. Le uova sopravvivono al freddo e soprattutto al calore dei periodi estivi, quando i paulis sono completamente asciutti. Quando le condizioni per la vita sono adatte, le uova si schiudono e riprende il ciclo vitale di questi piccoli animali.
Quando e come visitare il Parco della Giara
La Giara è aperta e visitabile tutti giorni dell’anno, da Genoni, è possibile raggiungere il parcheggio all’ingresso dopo circa 6 km (vedi sotto la mappa). Presso i musei: PARC e Civico museo del cavallino della Giara è possibile ritirare delle comode mappe per la visita in autonomi oppure si contattare una guida locale per le visite guidate. Sicuramente una visita al Museo del Cavallino, prima della passeggiata al Parco della Giara, offre gli strumenti culturali e scientifici per l’escursione.
Costruzioni tipiche della Giara
La pinnetta (o pinnettu, pinnette ecc.) o barraca è il manufatto pastorale più tipico della Sardegna centro-settentrionale, luogo di attività quali la produzione e la stagionatura del formaggio, usato anche come rimessa e alloggio specialmente invernale del pastore di pecore o di capre. Di solito è parte di un chiuso pastorale (cuile/i, ovile), con altri manufatti come la corte/i o mandra, chiuso per il gregge, lacus (abbeveratoi) e altri recinti per la mungitura, per gli agnelli o capretti da svezzare eccetera. Di norma è formato da un basamento circolare in pietra a secco di circa due metri di altezza, su cui si fissa una copertura conica di pali e rami portanti (antas e fustis) e frasche, legate insieme da giunchi o funi o fil di ferro, che si rinnova in media biennalmente e almeno stagionalmente si riaggiusta. Le frasche si dispongono con la chioma all’ingiù per favorire il deflusso dell’acqua verso il basso e l’esterno e la fuoriuscita del fumo. Alla sommità alcune pietre o tronchi danno maggiore stabilità, come anche ai lati dell’ingresso. Può non avere chiusura all’ingresso o averne una di frasche. L’ingresso può anche essere tutto in muratura, anche con malta legante, con architrave soprassoglio ottenuto con una pietra anche squadrata. Il pavimento interno si rende più agibile battendolo con grosse pietre. Al centro si scava il focolare (foxili, foghile) adibito soprattutto alla lavorazione del latte per il formaggio, che stagiona su assi pendenti dalle antas della copertura. Una pinnetta (detta in tal caso più spesso barraca) può essere anche tutta in pali, rami e frasche, con fissaggio a terra, di forma conico-circolare o a due soli grandi spioventi. Se n’è individuata la derivazione a partire almeno da capanne nuragiche.
Formazione e origine geologica della Grande Giara
La formazione della Giara ha inizio nel miocene, 20-25 milioni di anni fa, dalla Sardegna sommersa dal mare, si formarono le marne che sono alla base dell’altipiano della Giara, questo momento è descritto e visitabile presso il Geosito di Genoni, noto come Cava di Duidduru.
La formazione vera e propria della Giara di Gesturi, risale al pliocene, 5-2 milioni di anni fa, quando Zeppara Manna e Zepparedda diffondono su questa ampia pianura le lave ardenti che formeranno lo strato basaltico che caratterizza attualmente il Parco della Giara.
Nel video la descrizione della formazione del Colle di Santu Antine a Genoni e dell’altipiano della Giara.
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